ORIGINI DELLE STRUTTURE CARATTERIALI BIOENERGETICHE (Il TIPO SCHIZOIDE)
Questa parte dello scritto è costituita dai
profili dei cinque caratteri secondo la visione della Bioenergetica. Si
tratta qui, di rappresentazioni sommarie che a volte possono apparire
eccessivamente montate. L'esagerazione serve a mettere in rilievo i
contorni dei personaggi, un po' come in un'incisione silografica sul
legno. Occorre tener presente che non tutte le caratteristiche si
adattano a tutti quelli che appartengono ad un determinato carattere.
Questo è semplicemente un modo per esaminare se stessi seguendo un
tracciato agevole e lineare. Anche la constatazione: "Così non sono!"
appartiene alla vera conoscenza di sé stessi.
Inizierò dal
carattere "Schizoide" e mi muoverò attraverso un percorso sistematico
descrivendo uno dopo l'altro i cinque caratteri e le loro
caratteristiche individuali. Vi consiglio di leggervi più volte tutte
le cinque descrizioni prima di azzardare un riconoscimento. Ad alcuni
apparirà subito chiaro dove collocarsi. Altri avranno bisogno di un po'
di tempo. Un buon criterio è il seguente: se durante la descrizione di
un carattere provate una "sensazione spiacevole", può darsi che vi
troviate sul vostro terreno. La vera comprensione è spesso collegata
con un'esperienza di improvvisa intuizione, che però si manifesta a
volte solo dopo settimane e mesi e dopo aver riflettuto o parlato a
lungo sulla questione anche con altre persone.
Il
Carattere Schizoide
L'esperienza
primaria del carattere "Schizoide" è stata caratterizzata dal trauma
del Rifiuto, che lui avverte dentro di sé come una sensazione di Vuoto.
Alcuni hanno "saputo" fin da quando si trovavano nel ventre materno:
"Io non sono desiderato".
Ci sono dei tipi Schizoidi che hanno avuto
dei genitori psichicamente o fisicamente invadenti o che sono cresciuti
in ambienti dove veniva fortemente limitato il loro spazio vitale. Il
loro mondo interiore era l'unico luogo libero nel quale si potevano
muovere indisturbati. Alcuni hanno ricevuto poca tenerezza e poca
attenzione. Così le loro stesse capacità di esprimere sentimenti o di
manifestarli fisicamente sono rimaste poco sviluppate. Sentono in sé un
vuoto abissale. La mancanza di sicurezza, la sensazione di essere senza
patria e la solitudine, possono condurre il tipo schizoide a rintanarsi
in se stesso come un animale che in pericolo di vita si finge morto.
Molti schizoidi attraversano la vita raccogliendo ciò che possono,
nella speranza di riempire il vuoto interiore. In questo modo essi
diventano ricettivi e sensibili. Gli schizoidi sono posseduti da una
sorta di costrizione a "prendere", "comprare", "possedere", "trattenere
dentro più informazioni possibili". La passione collezionistica dello
schizoide si dirige spesso su pensieri, idee, sapere, silenzio e spazio.
Ma
ci sono anche degli schizoidi la cui mania di possesso si è realizzata
e che possono accatastare le cose più curiose: libri, francobolli,
tappi di bottiglia, vecchi giornali, quadri, oggetti d'antiquariato,
lattine di birra, pacchetti di sigarette, dischi di jazz, ecc. .-
Gli
schizoidi hanno bisogno di una sfera privata protetta e chiusa. Anelano
ad un luogo in cui vivere inosservati, un castello, un'isola solitaria,
una villa isolata lontana dalla città, e poter pensare: "La
mia casa
è il mio palazzo reale!". La maggior parte degli schizoidi sono
introversi; le eccezioni confermano la regola. Di natura sono frati,
eremiti, filosofi, eruditi da tavolino, bibliotecari, tecnici
cavillosi, programmatori di computer, oppure passano continuamente da
un lavoro all'altro. Gli schizoidi portano spesso gli occhiali. I loro
occhi mostrano segni di usura prima di raggiungere i vent'anni. Tutta
la loro energia è infatti concentrata nel vedere tutto e nel cogliere
tutto. I loro occhi sono degli aspirapolvere. I tipi schizoidi vedono
tutto, sentono tutto e trattengono tutto. Tutte le attività nelle quali
si può guardare attraverso vetri, come microscopi o telescopi, per
osservare, li attraggono. Molti di essi scattano volentieri delle
fotografie. A loro piace tutto ciò che gli permette di assumere un
ruolo di osservatori. Molti inventori, scopritori e scienziati geniali
sono o sono stati degli schizoidi.
I cinque volti dell'anima incarnata
Gli
schizoidi cercano di non lasciarsi trasportare nel vortice dei
sentimenti e degli avvenimenti, ma di sviluppare piuttosto qualcosa
come l'obiettività. E' importante per loro mantenere la calma, almeno
esteriormente, e tenere sotto controllo le proprie emozioni. Nessuno
deve notare che sono furiosi, che si sono innamorati o che competono
con qualcuno. Odiano tutti quegli atteggiamenti in cui le persone
esibiscono in maniera artificiosa manifestazioni d'affetto o quei modi
di fare complimentosi e svenevoli. Spesso giungono ad avere difficoltà
a mostrare i sentimenti, anche se lo vorrebbero. All'esterno allora
normalmente pare che siano presuntuosi e freddi, che non abbiano
bisogno di nessuno e che si sentano superiori alle persone che sono
loro vicine. In realtà, la maggior parte dei tipi schizoidi hanno una
vita emozionale intensa. Ma nell'istante in cui capita loro qualcosa è
come se i sentimenti fossero bloccati e danno l'impressione di rimanere
sempre indietro rispetto a quell'avvenimento. Per prima cosa lo
schizoide registra l'accaduto con gli occhi, le orecchie e il cervello,
l'atteggiamento che gli consente di affrontarlo, per così dire,
obiettivamente. Non appena è solo con se stesso comincia a valutarlo, e
in effetti, di nuovo a partire dalla testa, ordina e "mette in fila" i
sentimenti. Questo è il metodo attraverso il quale i tipi schizoidi
trovano gradualmente l'accesso alle emozioni. Generalmente, gli
schizoidi, si sentono più vicini agli assenti che ai presenti. Essi
possono nutrire sentimenti molto caldi per persone lontane. Poiché però
solo raramente esprimono queste emozioni in maniera diretta, ma le
annunciano piuttosto con piccoli gesti, gli amici o i partners dei tipi
schizoidi possono avere facilmente la sensazione che essi non nutrano
grande interesse per gli altri.
L'amicizia con un tipo schizoide
può diventare molto profonda a condizione che non ci si aspetti da lui
tre cose: iniziativa, vicinanza fisica e dedizione totale. Lo schizoide
ha paura di dare il dito mignolo, perché teme che si possa poi
desiderare da lui l'intera mano e anche di più. Chi però si accontenta
del dito mignolo o di meno, troverà in un amico schizoide un fedele
compagno di cammino, un ascoltatore paziente e silenzioso e un
consigliere corretto. I tipi schizoidi si sentono attratti dal
misticismo, la psicologia, la filosofia, la fisica, la matematica e
dall'informatica. Molti psicologi e molti religiosi sono degli
schizoidi. Se uno schizoide intraprende un'attività in ambito religioso
o psicologico o scuola simile, sarà continuamente alla ricerca di
qualcosa per arricchire e perfezionare la sua formazione professionale
perché, lo schizoide, prima di sentirsi maturo per un qualsiasi compito
ha bisogno di essere sicuro di aver veramente colto il quadro
d'insieme. Ciò, naturalmente, non avviene mai; e così egli è un'anima
in pena che si affanna per colmare il vuoto che sente dentro, ma che
non riesce mai a riempire. Lo schizoide cerca di evitare tutto ciò che
potrebbe attirare l'attenzione su di sé. La sua tattica può essere
riassunta nella frase: "Come mi posso comportare affinché meno persone
possibile si accorgano della mia presenza o prendano qualcosa da me?"
Se in un discussione, l'argomentazione converge troppo sul personale,
gli schizoidi sviluppano sottilmente una grande abilità
nell'allontanare la discussione da se. Non appena hanno la sensazione
che qualcuno li voglia analizzare, si ritraggono. Gli schizoidi odiano
far sapere agli altri ciò che pensano e ciò che provano. Ad esempio, se
in gruppo venissero esortati a "condividere" le proprie sensazioni, la
maggior parte delle persone con carattere schizoide, innalzano un muro
o inventano un modo per cavarsi d'impiccio in maniera elegante e
discreta. I tipi schizoidi non vogliono esporsi e mettere in mostra il
loro aspetto più intimo. Se non è possibile evitare di essere
coinvolti, di solito aspettano fino alla fine e allora comunicano il
meno possibile. Ma ascoltano bene ciò che dicono gli altri: niente
sfugge alla loro attenzione.
Molti tipi schizoidi hanno
difficoltà a condurre il ruolo di genitori. Essere genitore, per uno
schizoide, è un'esperienza logorante e frastornante. I bambini prendono
continuamente tempo, spazio ed energia dai loro genitori, mentre gli
schizoidi hanno bisogno del loro spazio privato. Questo è uno dei
motivi per cui molti schizoidi indietreggiano di fronte alla
prospettiva di sposarsi e di mettere al mondo dei bambini. Hanno paura
che, con la loro vivacità eccessiva, questi piccoli irrequieti possano
pretendere da loro troppa attenzione e che la loro educazione comporti
uno sforzo immane, troppo gravoso per le risorse che essi possiedono.
I
tipi schizoidi odiano l'insistenza e gli invadenti. Se si vuolevedere
uno schizoide, normalmente così misurato, andare su tutte le furie,
basta entrare e uscire sfacciatamente, senza bussare, dalla sua stanza
privata. Egli protegge la sua sfera individuale e personale
gelosamente, come se fosse un prezioso tesoro.
I tipi schizoidi
che esercitano una professione dove sono costretti a stare insieme ad
altri, devono regolarmente allontanarsi dall'ambiente e dalle persone e
rimanere in isolamento per un tempo più o meno lungo, per rifornirsi di
"carburante". La maggior parte di loro trova faticose e sfiancante
troppe persone e troppa vicinanza. Hanno bisogno di tempo per se
stessi, per ordinare i loro pensieri e i loro sentimenti e per
prepararsi interiormente a nuovi incontri.
Nel periodo estivo,
qualche anno fa, ho trascorso alcune settimane in un centro dove si
pratica la meditazione buddhista. Dopo qualche giorno di permanenza mi
sono reso conto che quasi tutti quelli che frequentavano quel luogo di
meditazione facevano parte della caratteriologia degli schizoidi. Ho
fatto amicizia con un monaco buddhista che risiedeva in quel centro da
una decina d'anni, e gli ho fatto conoscere i caratteri bioenergetici,
e, per provocarlo un poco, gli ho detto: "Ti ammiro e sono
profondamente meravigliato: Ho visto che riesci a sedere immobile per
più di 3 ore in meditazione. Ho sempre pensato che voi buddhisti aveste
già raggiunto uno stadio molto elevato della contemplazione, perché io
non resisterei mai a sedere fermo per delle ore e non fare niente. Ma
ora so che la maggior parte di voi appartiene alla categoria degli
schizoidi." Il monaco è quasi morto dalle risa. Ha avuto l'onestà di
ammetterlo. Molti tipi schizoidi non conoscono niente di più bello al
mondo che stare seduti per ore e ore a fissare qualcosa, oppure niente.
Se ne stanno seduti così, hanno la loro calma, nessuno vuole niente da
loro, non devono dare niente.
Ciò che è stato detto fino ad ora
potrebbe indurre al malinteso che tutti gli schizoidi siano mistici,
filosofi, intellettuali, grandi pensatori o per lo meno persone
particolarmente intelligenti. Purtroppo va detto che esistono anche
degli schizoidi completamente stupidi, ma anche per loro la testa è la
centrale da dove partono gli impulsi che controllano e dirigono tutte
le loro azioni, i loro comportamenti e le loro connessione della
realtà, qualunque essa sia.
Il corpo dello Schizoide
Molti
schizoidi hanno un corpo esile, magro, fortemente contratto e i muscoli
che circondano la colonna vertebrale sono dolorosamente ritorti e tesi.
Il segno più evidente di questa ritorsione è la scogliosi, di cui
spesso gli schizoidi sono affetti. Ci sono molte prove cliniche che
questo tipo di struttura caratteriale sia il risultato di una difesa
precoce contro il rifiuto, la non-accettazione e l'indisponibilità
della madre, o dei genitori verso il loro bambino, soprattutto durante
il primo anno di vita. Il piccolo avverte il malumore e l'avversione
della madre nei suoi confronti, e si difende tendendo tutto il suo
corpo, contraendo le giunture, anestetizzandosi fisicamente ed
emozionalmente, congelando dentro i sentimenti e torcendo le correnti
energetiche intorno all'asse della spina dorsale. La ritorsione è a
volte così forte da deformare la spina dorsale stortandola.
Il corpo
del tipo schizoide sovente è fortemente ricurvo, ripiegato, chiuso in
sé. I muscoli flessori, quei muscoli che servono per proteggersi, per
chiudersi, sono cronicamente contratti.
Le aree di maggior tensione
sono alla base del cranio, rigidità che è tipica di questa struttura
caratteriale e che viene definita appunto "bottone schizoide", nelle
articolazioni delle gambe, nei muscoli pelvici e nel diaframma. In vita
la tensione è talmente forte e convulsa da dare a volte l'impressione
che il corpo stia per dividersi a metà. La faccia dà l'impressione di
una maschera rigida e lo sguardo poco brillante, se non totalmente
assente, risulta vuoto e scarsamente espressivo. Il cuoio capelluto
sulla cima della testa è teso e nel maschio c'è una forte tendenza alla
calvizie sulla fronte. La bocca non è mai piena e sensuale. Le braccia
in conseguenza dell'immobilità delle scapole, cadono come se fossero
senza vita lungo il corpo e il loro movimento appare meccanico. I piedi
spesso sono contratti e freddi e c'è la tendenza a spostare il peso del
corpo verso l'esterno dei piedi. La respirazione dello schizoide
presenta un disturbo caratteristico: nonostante la morbidezza del
torace e l'ampiezza della gabbia toracica l'inspirazione dell'aria
risulta scarsa; inoltre ogni volta che vuole espandere il torace è
costretto a contrarre la cavità addominale. Ciò impedisce al diaframma
di scendere, cioè si contrae in modo tale da non permettere ai polmoni
di muoversi verso il basso. In questa condizione, il tipo schizoide si
sforza di respirare con la parte superiore del torace, in modo da
inspirare una quantità d'aria sufficiente. Nella persona "normale", il
torace e il ventre tendono ad allungarsi contemporaneamente, il torace
propende ad estendersi verso l'alto, mentre il ventre è portato a
dilatarsi verso il basso; nello schizoide il torace o il ventre vengono
mossi indipendentemente.
Vi sono anche degli schizoidi che
presentano anche una figura più piena e atletica, che non hanno
l'espressione assente degli occhi, che amano stare in compagnia e che
sono molto attivi. Questi tipi, oltre ad avere molti tratti in comune
con gli schizoidi, sono però persone sospettose e diffidenti, e in
realtà appartengono ad un carattere che viene definito "Paranoide", del
quale parlerò in un altro scritto.
Il
copione psicologico dello Schizoide
Per
"Copione Psicologico" si intende il programma di vita di una persona,
una specie di "dramma" che la persona recita ripetutamente e
inconsciamente.
Il copione che una persona recita in continuazione,
ha anche a che fare con gli obiettivi e con il modo che, da questa
persona, viene reputato più opportuno per conseguirli. Nel caso dello
schizoide, il suo copione specifico è direttamente collegato al bisogno
di eliminare la sensazione di vuoto che sente dentro di sé. Gli
schizoidi pensano che l'unico modo per evitare il vuoto che sentono sia
quello di "aumentare il loro bagaglio di conoscenze". Il tipo schizoide
ritiene di poter proteggere la propria vita essendo "informato su
tutto" in maniera più dettagliata possibile. Le informazioni che prende
dal mondo esterno e immagazzina non bastano mai. I tipi schizoidi hanno
sempre bisogno di un altro corso, di un altro libro, di ancora un altro
diploma, di un ulteriore approfondimento della questione, di ascoltare
quell'argomento un'altra volta, e così via.
Nei miei gruppi di
"Liberazione Bioenergetica", sono presenti in quantità sproporzionata.
Le teorie psico corporee che spiegano le relazioni fra la mente e il
corpo, li affascinano: i modelli psicoanalitici, il linguaggio del
corpo, lo studio dei caratteri, le leggi dell'ereditarietà, le fasi
evolutive della crescita, le filosofie orientali, i concetti elaborati
più recentemente dagli studiosi di psicosomatica, ecc., ecc. .- Per
questo ci sono molti tipi schizoidi attratti dalle strutture
caratteriali della Bioenergetica.
Lo schizoide si trova a suo agio e sguazza nel mondo astratto delle
idee, dei concetti e delle teorie.
Ne
conosco però anche alcuni che le rifiutano radicalmente, perché le
ritengono come uno sconvolgimento dei loro piani, in grado di
smascherare il loro programma di vita. Si pensi a quale trauma potrebbe
essere per uno schizoide che per una intera esistenza ha brillato per
superiorità intellettuale lo scoprire improvvisamente che la sua forza
è anche la sua "malattia".
Lo Schizoide: il Buddha non-illuminato
Uno dei "meccanismi di difesa" che i tipi schizoidi
praticano con predilezione, si chiama: "Ritirata".
Ciò che gli schizoidi temono maggiormente è l'impegno emotivo. Quanto
più sono "corazzati", o in altre parole quanto più sono in posizione
difensiva, tanto più rifuggono i sentimenti, il sesso e le relazioni
che producono dipendenza. Se si tocca uno schizoide di solito si
spaventa oppure fa un gran
balzo. Per questo molti di loro
sviluppano un inclinazione per la vita da "single". Per motivi legati a
questo loro timore spesso scelgono di non sposarsi, i maschi possono
diventare scapoli stravaganti e le femmine possono rimanere nubili o
avere storie d'amore di breve durata.
Nelle conferenze o nei gruppi,
siedono di solito nell'ultima fila, oppure scelgono un posto nella
stanza dove non farsi notare. Se infatti sedessero davanti o in una
posizione piuttosto in vista, c'è il rischio che il conferenziere o il
conduttore del gruppo possa porre loro improvvisamente una domanda,
oppure che gli venga chiesto di alzarsi, ma essi non vogliono finire in
nessuna situazione emotivamente imbarazzante.
Gli schizoidi vogliono
vedere, ma non essere visti; sono come i poliziotti privati del
supermercato che hanno la visione di tutto ciò che succede attraverso
le telecamere a circuito chiuso, ma nessun cliente si accorge di essere
osservato. Lo psichiatra americano Ken
Wilber ha chiamato il tipo schizoide il "Buddha non-illuminato".
Il
"Buddha illuminato" è capace di staccarsi dal mondo e dalle sue
passioni, dopo averle vissute e sofferte. Il "Buddha non-illuminato"
rinuncia alle sue emozioni, perché non può né vuole trovarsene
immischiato.
Per questi tipi, la pratica della meditazione può essere pericolosa, in
quanto può diventare un metodo che li rende immuni e completamente
distaccati dalle vicende umane e dalle sensazioni corporee.
Un altro "meccanismo di difesa" del tipo schizoide si chiama: "Segmentazione".
Molti
schizoidi dividono la loro vita in una quantità di segmenti o di
scomparti, che in pratica esistono in maniera indipendente l'uno
dall'altro. E' possibile ad esempio che in ognuno di questi ambiti loro
abbiano amici e conoscenti, che non vengono a sapere mai nulla l'uno
dell'altro.
Lo schizoide può produrre una rete di "relazioni
parziali" con una grande quantità di persone; se ognuna di queste
persone si limita a rimanere nella sfera dove lui le ha confinate e non
si intromettono nella sua vita complessiva, esse possono stare sicure
che riceveranno tutta la sua stima.
Un "meccanismo di difesa" molto sfruttato dai tipi schizoidi è lo "Stabilire dei confini".
Poiché
gli schizoidi hanno paura del coinvolgimento e della pretesa emotiva
eccessiva, molti, si sentono sicuri solo se in una relazione viene
stabilito in anticipo per quanto tempo essa possa durare e se si
fissano con precisione le adeguate distanze. Vorrebbero sapere, quanto
dura un incontro o un appuntamento, per potervisi preparare
internamente, e, hanno bisogno di tempo per poter essere pronti ad
incontri stressanti. E' facile che si sentano minacciati da visite a
sorpresa non programmate; trovano particolarmente irritanti questi
imprevisti e si innervosiscono molto quando succedono, specialmente se
il visitatore o la visitatrice si presentano con delle attese emotive.
Da un tipo schizoide dunque si riceve qualcosa solo quando non lo si
attende né pretende.
E infine un ultimo "meccanismo di difesa" che è tipicamente degli
schizoidi: "la Dissociazione".
Per
definizione la "dissociazione" è quel processo attraverso il quale le
funzioni mentali di una persona si dividono, permettendo l'espressione
di tratti caratteriali opposti a quelli che la persona manifesta
normalmente, agendo e comportandosi "come se" fosse un'altra persona.
Questi episodi possono durare alcuni minuti, a volte per ore o
addirittura per giorni e mesi. La storia del Dottor Jekyll e di Mr.
Hyde, il racconto romanzesco di due personalità complete e totalmente
opposte che si alternano in una medesima persona, può facilmente
spiegare o dare un'idea di cosa sia la "dissociazione".
Il tipo
schizoide, come più volte è stato appurato, ha uno scarso contatto con
il proprio corpo e con le proprie emozioni, ne consegue che il suo
pensiero è dissociato dalle sue sensazioni. Egli vive la costante
frattura energetica fra la testa e il resto del corpo, impedendogli di
essere consapevole dei sentimenti che pulsano nel centro del suo
organismo. Ha imparato a rifugiarsi nella testa per non sentire
emozioni come: la paura, la rabbia, la disperazione, la tristezza, il
vuoto, ecc. .-
Sono stato più volte testimone del processo di
"dissociazione", un esempio molto vistoso è dato dal caso di una donna
di trentacinque anni con la quale ho lavorato tempo fa individualmente
e bioenergeticamente. Da circa un anno, questa donna era stata lasciata
dal marito per andarsene con un'altra. Dopo la separazione, aveva
cominciato a soffrire di profondi sentimenti di apatia. Aveva grande
difficoltà a intraprendere ogni tipo di attività, compresi i normali
lavori domestici. Trascorreva gran parte del tempo restando immobile,
con lo sguardo perduto nel vuoto, indifferente a tutto ciò che le
accadeva intorno. Dopo alcuni incontri, la invitai ad esternare la
rabbia che ancora nutriva nei confronti del suo ex marito sfogando
tutta la carica che aveva accumulato, contro un grosso cuscino. Quanto
più si coinvolgeva e permetteva ai suoi sentimenti di rabbia di venire
a galla, tanto più aumentava la sua ansia. Ad un certo punto, l'ansia
si trasformò in un breve attacco d'angoscia, dopo di che, d'improvviso
divenne estremamente calma e disse che ora era seduta su una sedia che
stava dall'altra parte della stanza. Da quella confortevole posizione
poteva osservare se stessa che si trovava vicino a me, senza sentire
nessuna delle violente emozioni che agitavano l'altra donna. Sentendosi
minacciata dai suoi impulsi di rabbia che stavano emergendo, si era
"dissociata" automaticamente da questo aspetto di se inaccettabile. Il
suo sé rabbioso stava in piedi vicino a me, il suo sé calmo e attento
guardava il tutto dall'altro lato della stanza comodamente seduto. La
cosa si ripeté per molte settimane, ogni volta che, durante gli
incontri, sentiva riemergere gli impulsi aggressivi, lei, si
"dissociava" e osservava sé stessa da lontano.
Fu necessario un anno
di intenso lavoro bioenergetico perché questa donna gradualmente
riuscisse a familiarizzare con le sue emozioni, e soltanto quando
cominciò a riconoscere la rabbia come parte di sé stessa, riuscì a
riunire i due aspetti di sé.
Vita sessuale e affettiva dello schizoide!
L'amore
e il sesso risultano spesso un dramma per gli schizoidi, perché nella
relazione erotica il desiderio di prossimità si scontra con quello
altrettanto forte di distanza. Il suo cronico dilemma è che se entra in
contatto con un'altra persona c'è il rischio che ne esca distrutto,
mentre se rimane fuori dal contatto si sente perso. I suoi stimoli
sessuali, però, sono molto forti, e a volte diventano così pressanti
che egli, pur desiderandolo, non riesce ad evitare del tutto di farsi
coinvolgere.
Nel rapporto sessuale è raro che gli schizoidi
comunichino con il partner, perché la sessualità per loro è una forma
di comunicazione non-verbale. Che li solleva dal difficile compito di
dover esprimere i loro sentimenti a parole. Per lo schizoide il sesso è
importante perché gli fornisce l'occasione di ottenere quell'intimità e
quel calore da cui dipende per la sua sopravvivenza. Egli infatti non è
interessato alla ricerca del piacere; i suoi bisogni primari sono:
sopravvivere e sfuggire alla solitudine imposta dal distacco emotivo.
Per lo schizoide il piacere è un concetto irrilevante, in quanto mette
al primo posto la lotta per il suo diritto di esistere.
Il
trauma fondamentale della personalità schizoide è che non c'è mai stata
un'intimità fisica "gradevole" con sua madre. La madre dello schizoide,
nel primo anno di vita, non ha saputo rispondere con calore alle sue
esigenze di contatto, e il figlio è cresciuto con la sensazione che a
nessuno importasse di lui. L'esperienza gli ha dimostrato che era
meglio non insistere sul bisogno di contatto fisico, perché quando si
ostinava troppo, i suoi genitori reagivano con ostilità.
Lo
schizoide quindi ha imparato a reprimere il suo desiderio di intimità
per evitare il dolore dello struggimento inappagato. Il risultato di
tutto ciò è che oggi il tipo schizoide si trova a vivere una battaglia
perenne fra l'accettare o rifiutare il contatto intimo. Gli schizoidi
si fidano solo di poche persone. Comunicano i loro segreti solo in
relazioni molto importanti. Invitano ad entrare nel loro "Castello"
solo la persona in cui ripongono vera fiducia. Il suo minore o maggiore
coinvolgimento affettivo e sessuale con un partner quindi è
direttamente proporzionale al genuino interesse, all'accettazione, la
fiducia e il rispetto che l'altro/a è disposto/a ad offrirgli.
L'illusione dello schizoide: Essere Santo!
Ogni
tipo caratteriale è la somma di tutte le esperienze che hanno
contribuito a modellare la sua personalità. Quante più esperienze,
soprattutto nella prima infanzia, hanno minato i sentimenti di
sicurezza e di auto accettazione dell'individuo, tanto maggiore sarà
l'investimento di energia che egli dovrà usare per coprire con
l'illusione questi avvenimenti traumatici. In ogni struttura di
carattere si possono perciò trovare immagini, illusioni, ideali, sogni
e fantasie, che compensano questa offesa alla parte più sensibile della
sua personalità.
Lo schizoide è un individuo che si è sentito
rifiutato come essere umano. Come reazione a questo rifiuto, la
personalità dello schizoide si è spezzata, creando una spaccatura tra
la mente e il corpo.
In conseguenza a questa separazione tra la
mente e il corpo, ha avuto luogo la perdita del suo senso d'identità.
Senza più un senso d'identità, egli entra in uno stato di
depersonalizzazione. Depersonalizzandosi, l'Io dello schizoide, si
deforma e costruisce un'immagine ideale di sé stesso. L'auto immagine
che lo schizoide adotta più frequentemente, si basa sull'illusione di
essere una specie di Santo, di essere cioè una persona così buona e
tollerante, da perdonare tutti quelli che gli hanno fatto e gli faranno
del male. Il considerare se stesso un Santo, nel tipo schizoide, si
colloca sulla soglia dell'identificazione mistica. Tale illusione gli è
necessaria per neutralizzare il senso di vuoto e di desolazione che
impregna la sua presenza nel mondo, e gli fornisce la fervida speranza
di una vita migliore nell'aldilà. L'identificazione di se stesso come
se fosse un Santo, persona buona, generosa, compassionevole, ecc., gli
offre la sensazione di avere un corpo di spirito, un corpo non più
vincolato dalla carne, non più prosciugato dal sangue caldo. Il corpo
viene trasceso (cioè esiste, ma al di fuori o al di sopra delle
sensazioni fisiche di vuoto), e può quindi sopravvivere in una forma
che considera la spiritualità e la sensibilità.
E'
capace di influenzare la gente per vie indirette, quasi
telepaticamente. In questo modo egli può fare anche del bene nel mondo.
Gli ideali e le rette intenzioni del "Santo" schizoide gli forniscono
una sorta di auto rispetto che può riuscire a contrastare il senso
disperato di non-essere.
In un certo modo, lo schizoide vive oltre
la tomba, agisce come se il suo corpo fosse già in parte morto; questo
è peraltro ciò che egli sente: come se avesse un'altra esistenza oltre
al corpo.
Molti fra i più grandi mistici, con questo tipo di
difesa, nutrivano una soggiacente radice schizoide. Il semplice
indicare le caratteristiche dell'abbandono della materialità, insite
nel loro misticismo, evidenzia in modo profondo questo bisogno di
trascendere il corpo; anche se ciò non vuole in alcun modo sminuire i
valori spirituali e umanitari di questi personaggi.
Lo schizoide
può illudersi di essere un "Santo" solamente reprimendo e negando
l'altro aspetto della sua personalità: "Il Demonio". Per sua sfortuna
difatti il Divino e il Diabolico sono ambedue facce della stessa
medaglia: Angeli e Demoni coabitano nello stesso incubo. Sotto la
superficie della struttura fisica dello schizoide, in profondità, si
agitano passioni represse, sentimenti di rabbia e di odio. Se infatti
fosse possibile smontargli l'immagine angelica, il tipo schizoide si
ritroverebbe in balia di sentimenti negativi, di pensieri ostili e
animosi, fantasie di crudeltà e di malignità, impulsi brutali, desideri
violenti e criminosi, che erano relegati nelle profondità
dell'inconscio. Ma se questo aspetto della sua personalità dovesse
rimanere sotto controllo e non dovesse mai emergere a livello
cosciente, il lato demoniaco continuerebbe comunque a tormentare la
coscienza dello schizoide; a volte sotto forma di pensieri ossessivi e
assillanti, altre volte sotto forma di incubi o di deliri angosciosi
difficili da controllare.
La redenzione dello Schizoide
Poiché
è indiscutibile la stretta relazione fra mente e corpo, alla
dissociazione e alla rigidità del corpo, corrisponde nel carattere
schizoide, una personalità indebolita. L'assenza di coinvolgimento con
il corpo produce un inadeguato senso di sé. Il turbamento provocato dal
mancato riconoscimento del suo diritto di esistere come individuo e la
sua non accettazione da parte della madre, hanno determinato la sua
scarsa integrazione con se stesso e con il mondo.
Il risultato
di tutto questo è che il tipo schizoide è diventato introverso, si è
rifugiato in una vita interiore di fantasia, molto ricca di sentimenti,
emozioni e avvenimenti, di cui però non rende partecipi gli altri. Non
vuole avere bisogno degli altri; ha imparato presto a contare solo su
se stesso, a rinunciare a ciò che non è possibile avere. Ciò può dare
agli altri l'impressione che lo schizoide sia una persona
autosufficiente; in realtà è ancora una volta una dimostrazione della
sua paura di non ottenere quell'aiuto e quell'amore di cui ha avuto ed
ha estremamente bisogno.
Lo schizoide afferma di star bene anche
solo; in realtà sa quanto sia più terribile sentirsi solo in mezzo agli
altri che non in compagnia di se stesso. Il distacco freddo e
intellettuale che la persona con struttura schizoide mostra verso il
mondo è rilevabile quando in gruppo si hanno momenti di dialogo e di
condivisione, oppure quando si esprime liberamente durante qualche
seduta individuale. Quando parla di se, lo schizoide tende a dare ad
ogni suo comportamento una spiegazione razionale e indiscutibile. Gli è
intollerabile ammettere sentimenti negativi, ed è quindi molto
importante far riemergere, molto gradualmente, la rabbia e il furore
rimossi e provati nei confronti del genitore che l'ha rifiutato.
La
prima fase del processo di trasformazione deve necessariamente andare
verso il consolidamento della sua personalità. Occorre, inoltre, che
egli raggiunga quella capacità di stabilire un profondo contatto
emozionale, che gli permetterà di regredire, fino a sperimentare le
situazioni che hanno impedito un consapevole sviluppo della personalità.
La
personalità indebolita dello schizoide è incapace di resistere nei
confronti di chi si offre sinceramente di aiutarlo, è questo è un
vantaggio, perché nessun altra struttura caratteriale mostra tanto
intensamente il desiderio di "farcela" a superare i propri problemi,
una volta che ne abbia acquisita una certa consapevolezza.
La
persona con carattere schizoide deve essere aiutata a "Radicarsi" nella
realtà, non quella immaginaria della sua personalità insufficientemente
integrata, ma quella vera, del mondo che lo circonda. Per ottenere
questo, in Bioenergetica, quando si lavora con strutture caratteriali
di tipo schizoide vengono impiegati esercizi che non solo mobilizzano
energia, ma soprattutto con metodi che favoriscono una dissoluzione
equilibrata dell'energia dal centro alla periferia del corpo.
I tipi
schizoidi tendono alla "Preflessione", cioè pensano prima o invece di
agire, pertanto devono essere spinti, stimolati, incoraggiati,
provocati a fare esperienze, a buttarsi, ad agire prima e a riflettere
successivamente.
Perciò uno dei "compiti di vita" dello schizoide è imparare l'impegno e
l'azione.
Il
coinvolgimento sessuale è un altro passo che può essere molto d'aiuto
per la redenzione di uno schizoide. Il sesso è un grosso problema per
alcuni di loro, perché in questa struttura caratteriale esiste un
blocco profondo, un vero e proprio raggelamento delle emozioni.
Normalmente lo schizoide adotta queste due modalità: mantiene un
considerevole distacco, e allora fa all'amore meccanicamente, ma in
questo caso non entra in contatto con la percezione del piacere, oppure
evita del tutto il contatto sessuale. Lo schizoide preferisce avere un
rapporto con il/la partner sotto l'aspetto affettivo, del cuore, della
rassicurazione; ama l'intimità, l'affetto, ma rifugge l'atto sessuale.
Per coinvolgersi sessualmente occorre abbandonarsi, perdere il
controllo, ma ciò vorrebbe anche dire allentare le difese che tengono a
freno le sue paure primordiali.
Ciò che caratterizza nel
profondo questo carattere è la negazione del diritto di esistere e
quindi l'ansia di essere accettato, di essere riconosciuto.
Abbandonarsi completamente nell'atto sessuale significherebbe
riattivare il trauma primario e riportare a galla quei sentimenti
distruttivi e paralizzanti che lo schizoide ha sepolto in profondità.
Imparare a lasciarsi andare nell'orgasmo erotico, è da questo punto di
vista, la più grande sfida per un carattere schizoide. Un tipo
schizoide che non ammette alcuna passione, che non si permette mai di
farsi coinvolgere sessualmente ed emotivamente è una persona incompleta.
Anch'io sono uno Schizoide!
Io
stesso sono un carattere schizoide. Fin da piccolo ho cercato di essere
un bambino buono, diligente, generoso e tollerante con tutti. Già in
giovane età ho cominciato ad interiorizzare quelle voci espresse ed
inespresse che hanno preteso: "Stai buono!" "Comportati bene!"
"Sforzati!" "Non essere egoista!" "Se fai la brava persona hai sempre
da guadagnarci!" E' stato allora che ho deciso di guadagnarmi l'amore
del mio ambiente, soddisfacendo queste attese e cercando di diventare
un "bravo bambino", un "Santo". I ricordi più dolorosi della mia
infanzia, sono legati ad episodi caratterizzati dalle continue pretese,
dai rimproveri e dai castighi che subivo da parte dei miei genitori, se
tali richieste non venivano esaudite.
Mi ricordo che mia madre un
giorno ha detto: "Spero tanto che mio figlio, quando sarà grande,
continui a comportarsi da uomo serio ed onesto." Eccomi qua! Poiché
sono un bravo ragazzo, ho fatto ciò che la mia mamma si è augurata.
Questa voce dentro di me, non mi ha mai abbandonato. Sono l'unico
figlio che mia madre ha avuto, non potevo non appagare le sue attese.
Col tempo non ho più avuto bisogno delle esortazioni della mia mamma
"reale". Ho interiorizzato le sue richieste e oggi Lei è dentro di me,
e se non sono abbastanza "buono", "generoso" e "pronto al sacrificio",
è la mia personale Voce Interiore che mi sprona e mi condanna. Queste
voci non tacciono mai, mi tediano giorno e notte con la domanda: "Sei
stato buono abbastanza?" "Sei veramente riuscito a dare una mano a
quella persona che sta attraversando un momento difficile?"
Chi
non è uno schizoide, non può nemmeno immaginarsi quanto sia penoso
sopportare questi infiniti processi penali interiori. Il bambino che
appartiene a questa struttura caratteriale, rinuncia allo sviluppo
della sua vera personalità per piacere agli altri, per farsi accettare
e guadagnarsi un po' d'amore in quell'ambiente freddo e senza contatto
umano in cui si è venuto a trovare. Cresce tenendosi a distanza dagli
altri perché è tormentato dalla paura inconscia che qualcuno possa
fargli del male. Nello stesso tempo sente l'impulso di compiacere gli
altri perché il suo bisogno di amore e di caldo contatto è grande, ma
la paura di essere ferito lo blocca tenacemente.
Quando
attraverso la Bioenergetica scoprii di appartenere alla struttura
caratteriale schizoide, questa scoperta contribuì a farmi vivere la più
grande esperienza di trasformazione della mia vita. Potevo sentire che
un velo stava cadendo, e in un sol colpo mi diveniva chiaro come avessi
agito fino a quel momento: avevo sempre cercato di osservare le
situazioni obiettivamente, di non essere troppo impulsivo, di ascoltare
pazientemente e di essere un consigliere corretto, analizzando sempre
le cose in modo preciso, ma per motivi sbagliati. E' abbastanza
imbarazzante riconoscerlo ed ammetterlo!
Per questo vale la seguente regola generale: Chi non si sente umiliato,
non ha ancora trovato la sua struttura caratteriale!
Infatti
quanto più ci si sente umiliati da essa, tanto più ci si avvicina alla
verità. Chi dice: "E' meraviglioso essere un tipo schizoide" o non è
uno schizoide oppure non ha capito realmente cosa dico su quel
carattere. Spero che tutti coloro che guarderanno in faccia il loro
Falso Io, possano provare una parte della libertà che io ho provato
allorché ho cominciato a rendermi conto di essere un carattere
schizoide. Io ho trovato il mio modo per arrivare a un maggiore
arricchimento fisico e psicologico: sono diventato conduttore di
Bioenergetica, perché ho sentito inconsciamente di dover toccare i
corpi di altre persone e di dover essere Presente per gli altri. In
questo modo sento che mi stò liberando dalla prigione del mio
egocentrismo e dell'isolamento, e che ho la possibilità di entrare in
contatto con la mia corporeità e con quella degli altri.
Normalmente
uno schizoide mantiene la sua energia solo per se stesso; io da quando
ho intrapreso questa professione, anno dopo anno, ho gradualmente
sempre più la disponibilità a donare la mia energia agli altri,
arrivando a condurre un gruppo di Bioenergetica ogni sera e a fare
anche cinque sedute individuali al giorno, compiendo ogni volta un
passo verso l'integrazione con me stesso.
Anche se so che
probabilmente non sarò mai completamente libero dal lato oscuro della
mia personalità, sento che tuttavia da allora la mia vita è diventata
molto più tranquilla. Da quando mi sono avviato lungo la strada che mi
ha insegnato ad essere io il primo a prendere posizione nei confronti
delle mie stesse illusioni, del mio copione di vita, dei miei
meccanismi di difesa, sento che posso pretendere lo stesso anche dagli
altri. Se gli altri mi accettano, allora anch'io non ho alcun motivo
per non accettarli.
Io ho il mio "lato oscuro", e gli altri hanno il loro.
Io so, in ogni caso, che da allora non formulo più tanti giudizi
affrettati sugli altri.
Franco
Gaspari