ORIGINI DELLE STRUTTURE CARATTERIALI BIOENERGETICHE (1^ parte)
Nella pagina precedente, ho cercato di descrivere
sinteticamente il quadro genetico-dinamico che sta alla base dello
sviluppo e della formazione del carattere. Vorrei ora, partendo sempre
dalle scoperte di Reich e dalle successive elaborazioni portate avanti
dai post-reichiani, aggiungere un alto importante aspetto che integra i
precedenti: il carattere visto come sistema difensivo.
Si è visto che la maturazione del bambino si sviluppa
attraverso due fasi di dipendenza
dai genitori, "attaccamento" e "sostentamento", e due fasi verso l'indipendenza dai
genitori, "esplorazione" e "comunicazione".
Durante il periodo di "attaccamento" il bambino è assolutamente
dipendente dalla madre ed il "contatto oculare e corporeo", con lei, è
l'elemento fondamentale per la formazione del carattere. E' in questa
fase che il bambino sperimenta "l'accettazione o il rifiuto"; per una
crescita sana ed armonica occorre che venga anzitutto soddisfatto il "Diritto di Esistere". Se il bambino
è rifiutato, privato del contatto materno, svilupperà probabilmente una
"struttura schizoide o isterica",
a seconda della gravità del trauma subito (più grave nel primo caso).
Durante la fase di "sostentamento", il cibo e tutte le altre cure atte
alla crescita del bambino gli confermano o gli negano il "Diritto alla Sicurezza", ogni trauma
subito in questo periodo farà sviluppare una "struttura orale-depressiva o paranoide"
(privazione nel primo caso, forzatura nel secondo). La terza fase, di
"esplorazione", coincide con il "desiderio
di libertà e indipendenza",
che si manifesta con la capacità del bambino di esplorare l'ambiente da
solo, e quindi con l'assunzione di atteggiamenti che dimostrino
"l'auto-affermatività e l'opposizione al volere dei genitori"; ogni
frustrazione di questi bisogni produrrà la "struttura energetica masochista";
ogni successo del figlio contro i genitori produrrà la "struttura psicopatica".
In questa fase assume importanza anche il controllo degli sfinteri,
poiché i prodotti escretori possono considerarsi come elementi del
mondo da esplorare. In relazione con il controllo anale possiamo
considerare il "carattere compulsivo",
che si manifesta con modelli di comportamento presenti sia in strutture
masochiste che in "strutture rigide".
Durante la quarta fase, quella della "comunicazione", il bambino
sperimenta la sua "capacità di entrare
in contatto con i genitori e con gli altri".
La nostra civiltà impone notevoli limiti ad ogni forma di contatto
fisico; ciò comporta spesso "il
rifiuto della sessualità", con conseguente struttura del "carattere rigido". Nello
scritto che segue cercherò di analizzare le origini di ognuno di questi
caratteri: schizoide e isterico,
orale-depressivo e paranoide, masochista, psicopatico e rigido.
Carattere Schizoide (Origini)
L'interpretazione Reichiana-Bioenergetica distingue cinque strutture
fondamentali di carattere:
1) Schizoide - 2) Orale - 3)
Masochista - 4) Psicopatico - 5) Rigido.
In
questo scritto cercherò di analizzare ognuno di questi caratteri,
definendone le origini, gli aspetti fisici, lo stato bioenergetico, le
conseguenze psicologiche, nonché le eventuali reazioni sostitutive
comportamentali che spesso mascherano la vera struttura caratteriale di
un individuo. Tutti i post-reichiani (Lowen, Boadella, Brown,
ecc..) concordano nel ritenere che l'origine del "Carattere Schizoide"
sia da collocarsi nel primissimo periodo dell'esistenza, ancora nella
vita intrauterina, quando il feto fa esperienza con un utero freddo,
pervaso da sentimenti materni di rifiuto, ed è quindi costretto a
reagire ritirando la sua energia vitale dalla periferia verso il
centro, nel tentativo di sopravvivere. Un ambiente caldo, carico
d'amore e d'accettazione, dopo la nascita, potrebbe in parte dissolvere
il gelo che ha pervaso un feto poco accettato e forse odiato e
rifiutato. Ma difficilmente una madre che ha provato simili sentimenti
per un figlio nel suo grembo può poi improvvisamente amarlo ed
accettarlo. Molto più probabilmente il sentimento di odio e rifiuto
sarà inconsapevolmente nascosto dalla stessa madre, e mascherato con
"apparente" amore e disponibilità. Resta il fatto che il futuro
schizoide ha percepito e vissuto questo rifiuto, interpretandolo come
una minaccia all'esistenza, sperimentando così il terrore da
annientamento. Di fronte all'ostilità, celata o manifesta della madre,
il bambino non chiede più, non perché non vuole, ma perché si convince
che non può ottenere; ma il non ottenere equivale al non essere voluto,
e questo provoca la mancanza di sentimenti positivi di sicurezza e di
gioia. Se i sentimenti d'amore non possono essere manifestati perché
c'è pericolo che siano rifiutati, quale strada scegliere per
difendersi? A quel bambino e poi a questo adulto rimangono solo il non
coinvolgimento e il distacco freddo, che nascondono la terribile paura
ad aprirsi.
Carattere Orale-Depressivo (Origini)
a
struttura che nell'interpretazione Reichiana-Bioenergetica viene subito
dopo il Carattere Schizoide, è il Carattere Orale, conosciuto anche con
il termine di Orale-Depressivo. Questa Struttura è la risposta
bioenergetica e psicologica alla frustrazione di un bisogno primario,
quello di sostentamento (vedi: Ciclo di maturazione - Strutture
Caratteriali 1^ parte), inteso come insieme di cure e di attenzioni che
il neonato deve ricevere per crescere e svilupparsi in modo armonico.
Diversi studi
(Abraham, Spitz, Bowlby, Klein) hanno messo in
evidenza le conseguenze negative dell'assenza materna sullo sviluppo
dei bambini. La madre può essere assente perché malata, per lavoro, o
anche solo perché depressa a sua volta, e quindi incapace di risposte
valide alla richiesta d'amore del suo bambino, il quale ha invece
assolutamente bisogno di sperimentare con lei un contatto fisico,
corporeo e oculare, caldo e coinvolgente, che gli dia la misura
dell'accettazione del mondo esterno nei suoi riguardi. Quando questo
contatto manca, il bambino piange e protesta, per riottenerlo; in
questa protesta c'è ancora vitalità: via via che l'assenza d'amore si
prolungherà, il
bambino perderà energia, non protesterà più e
rinuncerà ad esprimere i propri bisogni. Il Carattere Orale trae
origine quindi da due cause: perdita di piacere derivato dal contatto
materno, e negazione del diritto di protestare per la privazione di
questo piacere, per cui devono essere represse le manifestazioni di
rabbia e di dolore. Il risultato sarà l'incapacità, fisica e psichica,
di lottare per ottenere.
Carattere Masochista (origini)
La Struttura di questo Carattere inizia nella fase pregenitale,
esattamente nel periodo definito
della"esplorazione",
quando l'interesse del bambino è rivolto alla realtà fuori di sé, per
cercare di conoscerla e di impadronirsene. Sotto questo profilo, il
bambino considera anche le proprie feci una realtà esterna da conoscere
e da manipolare. Se l'intervento materno a questo riguardo si fa
pressante ed intrusivo, richiedendo al bambino un controllo precoce
degli sfinteri, o, peggio ancora, l'obbligo a defecare quando è la
madre a ritenerlo opportuno, viene a stabilirsi una situazione di
ribellione che, non potendo essere rivolta all'esterno, perché è contro
la madre che andrebbe rivolta, viene rivolta dentro di sé, generando un
sentimento di autodistruzione e di schiacciamento. Anche
la forzatura nell'alimentazione, così come la forzatura
nell'eliminazione dei prodotti escretori, genera
un
sentimento di oppressione e di rifiuto, che ugualmente non può venire
rivolto all'esterno (verso la madre che forza a mangiare) e che il
bambino deve quindi rivolgere all'interno contro sé stesso, dal momento
ché non potrebbe reggere il senso di colpa derivante dalla ribellione
all'interesse materno. Il bambino "non vuole", ma la madre, per il suo
bene, lo costringe a mangiare, e, sempre per il suo bene vuole ordine e
igiene personale; come è possibile rifiutare questo senza sentirsi in
colpa? Ma il senso di colpa schiaccia il masochista, che deve perciò
cercare di liberarsene trovando una logica spiegazione all'oppressione
subita, e la troverà diventando accondiscendente, compiacendosi del suo
dolore e ritenendosi indegno di stima e considerazione. Freud riconobbe
l'incapacità della terapia analitica a risolvere i problemi del
Carattere Masochista; per questo formulò il principio della "pulsione
di morte", intesa come pulsione della persona all'autodistruzione, in
antitesi con il "principio del piacere", che spinge l'individuo a
realizzare la gioia di vivere. Reich, anche se non spiegò perché una
persona giunge ad operare contro di sé, analizzò le difese caratteriali
del Masochista, individuando in queste tipi una sorta di pressione
interna accompagnata ad incapacità di liberare la tensione, una forte
pressione che definì come: sensazione di esplodere. Al Masochista non è
stato rifiutato l'amore, ma gli è stato imposto un modo sbagliato di
amare; non gli è stato negato l'amore, ma è stato "soffocato"
dall'amore. Il masochismo è quindi la conseguenza della repressione dei
bisogni interiori e dell'esaltazione dei bisogni materiali del bambino.
Da una parte si chiede al bambino di ubbidire facendo appello al suo
amore per la madre; dall'altra lo si convince che l'amore materno gli
sarà tolto se non obbedirà, ottenendo così il controllo forzato della
sua aggressività e generando rabbia repressa, che andrà a sedimentarsi
nel
CORPO. L'inizio della formazione del Carattere Masochista è da
ricondursi al periodo pregenitale, ma la sua fissazione si determina
più avanti, esattamente nel periodo della pubertà. Questo ha fatto sì
che alcuni autori abbiano considerato il masochismo un Carattere
Rigido, perché strutturato in periodo genitale.
Carattere Psicopatico (origini)
Non
è facile individuare gli elementi determinanti di questa carattere,
perché questo tipo di persona tende a negare il proprio vissuto, per
cui è difficile trarre dall'analisi indicazioni precise, soprattutto
relativamente al vissuto infantile. Esaminando però in parallelo
diverse situazioni di persone psicopatiche, si nota un fattore
ricorrente e importante, a cui può essere ricondotta l'origine di
questa struttura caratteriale: un genitore di sesso opposto seduttivo.
La seduzione dei genitori nei confronti dei figli copre un profondo
bisogno di soddisfazione emozionale, o in altre parole una forte
esigenza di considerazione a livello sessuale. Questo desiderio, pur
chiaro e forte, non può venire manifestato dal genitore interessato, se
non in maniera indiretta, con atteggiamento seduttivo, appunto, ma
rifiutando contemporaneamente il contatto fisico al figlio, perché
questo farebbe sorgere la paura dell'incesto, con senso di colpa che
non può essere sopportato. Il figlio è consapevole di essere oggetto di
queste attenzioni, ma non può abbandonarvisi, sia perché non ha la
maturità fisica e psichica dell'adulto, sia perché anche per lui è
valido il tabù dell'incesto.
Contemporaneamente,
però, le attenzioni che riceve lo portano a sentirsi in antagonismo con
il genitore dello stesso sesso, per cui il bambino si trova ad
identificarsi proprio con il genitore che è causa dei suoi problemi,
diventando egli stesso seduttivo, e riproducendo così un modello di
crescita immaturo. L'atteggiamento seduttivo del genitore è pericoloso
per il bambino, perché lo porta solo ad uno stato di eccitamento e gli
fa desiderare di poter diventare perfetto per accontentare il padre e
la madre. Questo bambino ricorrerà facilmente alla menzogna per
accrescere la stima di se; non
potendo sviluppare un'adeguata
conoscenza dei propri mezzi, sarà sempre pronto a promettere
l'impossibile, senza poterlo mai mantenere. Accanto a questa struttura
con atteggiamento seduttivo, può svilupparsi un altro aspetto del
carattere psicopatico: la prepotenza e quindi la tendenza alla
sopraffazione. Ciò è dovuto al fatto che le tante attenzioni che il
bambino riceve lo portano a considerarsi in diritto di dominare gli
altri, come un piccolo despota a cui tutto è dovuto. Questi due tratti
della struttura psicopatica, seduzione e prepotenza, possono essere
presenti nella stessa persona, oppure uno può prevalere nettamente
sull'altro e determinare il suo comportamento abituale.
Carattere Rigido (origine)
Nelle
strutture caratteriali, schizoide dissociato, orale depressivo,
masochista oppresso, c'è in comune la caratteristica di essersi
fissati nel periodo pregenitale, in altre parole prima dei tre anni di
vita del bambino. Ognuna di queste strutture corrisponde
rispettivamente alla privazione, alla frustrazione e alla soppressione
dei bisogni d’interazione affettivo-cognitiva del bambino prima con
l’oggetto d’amore più importante (la madre), poi con il mondo esterno.
Dai tre anni in poi, nella vita d’ogni persona, avviene una svolta
importante. Il bambino raggiunge il controllo degli sfinteri, usa e
comprende il linguaggio parlato con proprietà, possiede una buona
coordinazione motoria, manuale e oculare. E’ in questo periodo che si
sviluppa il complesso d’Edipo, sottolineato dagli studi analitici e
determinato dal fatto che ora l’energia del bambino è fissata sui
genitali, poiché sono state superate la fase orale e anale. Il bambino
è consapevole di questa carica energetica, non distingue tra amore e
sessualità e rivolge il suo interesse al genitore di sesso opposto (il
bambino s’innamora della mamma, la bambina del papà), che in genere
oppone un atteggiamento di rifiuto, suscitando nel figlio irrigidimento
e compressione, nonché senso di colpa. Occorre inoltre rilevare che il
rifiuto delle manifestazioni sessuali è vissuto dal bambino come
rifiuto di tutto se stesso. Per questo, nel periodo della latenza,
dall’infanzia agli undici anni circa, la sessualità è rimossa e il
bambino considera le espressioni d’amore indipendenti dalle
manifestazioni sessuali. Quando nel periodo della pubertà e
nell’adolescenza, le pulsioni sessuali divengono forti e difficilmente
controllabili, la situazione si rovescia: il ragazzo si obbliga a
reprimere l’amore per manifestare la sessualità, poiché si rifà alle
imposizioni subite da bambino, quando amore e sesso non potevano essere
accettati contemporaneamente dal genitore di sesso opposto. Inoltre,
verso il genitore di sesso opposta viene ad instaurarsi un sentimento
d’odio, perché questo genitore è ritenuto responsabile, a causa del suo
rifiuto, di una scelta tanto lacerante. A questo punto, per
l’equilibrio della persona, è decisivo l’atteggiamento del genitore
dello stesso sesso, che deve saper reggere l’aggressività del figlio,
offrendoli sostegno, per permettergli il processo d’identificazione. La
lotta che il bambino e l’adolescente devono sostenere per la conquista
del proprio spazio vitale e nella ricerca della propria soddisfazione
erotica, generano tutte le difese caratteriali tipiche dei caratteri
rigidi, volte a controllare e limitare l’angoscia.
A questo punto è
importante analizzare quattro sottotipi del carattere rigido, simili in
molti aspetti ma differenti per il grado di rigidità: il Compulsivo, il
Coatto, il Fallico-Narcisista e l’Isterico.
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Franco
Gaspari